giovedì 13 gennaio 2011

Sant'Antonio Abate

Lunedì è Sant'Antonio uno dei tanti, ma che per il Salento coincide con la Focara, il falò costruito con le fascine delle viti che in questi giorni i contadini hanno potato. Un rito antico di origine religiosa e devozionale. In ogni paese del Nord salento si prepara e si brucia la Focara ma in nessun paese la tradizione è sentita come a Novoli.
Qualche giorno fa la Gnoma voleva che ci facessimo un giretto con la macchina perchè in queste occasioni, se non ha sonno, si stanno formando dei piccoli riti, come la conta dei giorni, le canzoni cantate da noi due e il gioco del chetto si e chetto no (gioco che consiste in una serie di attività e di oggetti che io nomino e lei approva o disapprova - regole sono inventate da lei e da lei modificate).
Quindi mi sono diretta a Novoli per vedere a che punto è la costruzione del gigante di fascine che, anche se le foto possono dare un'idea della maestosità, bisogna vederlo dal vivo per apprezzare la grandezza e la maestria con cui viene costruito. La Focara si trova nel mezzo di una di quelle enormi piazze prive di ogni ornamento e bellezza che degli Urbanisti folli hanno costruito per fare il mercato settimanale.



La scena che mi si è presentata davanti era quanto di più folle ed italica: dieci persone che lavoravano e decine (varie decine) che intorno guardavano e principalmente commentavano e giudicavano. Non solo vecchi e bambini ma anche uomini e donne, mi sarebbe piaciuto avere una macchinetta per fotografare questa scenetta. Dicevo che è una festa che dovrebbe essere religiosa ma è oramai diventata un evento tanto che oramai è noto (nella zona) come i Giorni del Fuoco. Inoltre negli anni si sono avvicendati cantanti che di religioso hanno ben poco (Caparezza, Vinicio quest'anno Elio e le Storie Tese per dirne qualcuno) .
Rimane comunque una festa molto importante per tutto il territorio e l'occasione per assaggiare quel cibo da strada di cui tanto si parla. Oltre alla carne alla brace e al vino dolce venduto un po' dappertutto merita un assaggio la Scapece si tratta di pesce azzurro di piccole dimensioni (merluzzetti, ope) infarinato e fritto condito con abbondante mollica di pane, aceto, menta e zafferano che fa assumere al pane il caratteristico colore giallo si conserva in una botte per il vino tagliata in due. Va servito in cartocci di cartoncino, accompagnato da vino negramaro e mangiato ascoltando una pizzica. 


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